Attorno alla festività di Halloween, sempre più presente nel nostro paese, è cresciuta una comprensibile diffidenza fondata sui più disparati motivi. Anche in ambiente cattolico le discussioni al riguardo si fanno sempre più frequenti ed accese, e questo a perché tale ricorrenza sembra avere evidenti origini pagane e sfrutta un’iconografia orrorifica che rimanda al mondo dell’occulto.
Secondo alcuni, poi, in occasione della “notte delle streghe” aumenterebbero le pratiche magiche, occulte e di adorazione del demonio, che si tratti di giovanissimi che sono indotti dal tema della festa a sperimentare certe cose per divertimento o di vere e proprie sette per le quali la notte di Halloween avrebbe un significato speciale.
Tuttavia la situazione forse va inquadrata diversamente.
Per quanto riguarda le presunte radici pagane della festa di Halloween, basti considerare che un tale retaggio è ravvisabile un po’ in tutte le feste cattoliche, anche in quelle maggiori, se vogliamo in ossequio a quel “Vagliate tutto e trattenete ciò che è buono” (1 Ts 5, 21) che in un certo senso ha legittimato la cristianizzazione delle feste pagane da parte della Chiesa dei primi secoli. Si potrebbe obiettare che in quel caso il cristianesimo andava a sovrapporsi ad una cultura pre-esistente dotata di una sua tenacia, e che la cristianizzazione delle feste pagane fosse necessaria per guidare dolcemente i neoconvertiti verso una nuova vita spirituale. Ma anche Halloween, sebbene di importazione relativamente recente, è una manifestazione culturale che i cattolici trovano già stabilita nel proprio ambiente, con una solidità che le deriva dal rinforzo mediatico e dal generale indebolimento del nostro senso religioso e delle nostre tradizioni.
Non si tratta di importare ex novo una pratica diffusa in un altro paese, ma di appropriarsi, disciplinandola, di una pratica già ampiamente diffusa. E a dirla tutta, il cattolico, che è tale prima ancora di essere italiano, francese o altro, può a ben diritto parlare di riappropriazione, visto che Halloween, sebbene possa aver assorbito elementi iconografici e simboli dell’antica festa celtica di Samhain (l’effettivo legame tra le due feste, individuato dall’antropologo James Frazer, in realtà è oggi rimesso fortemente in discussione), è una festa di matrice cattolica, importata negli Stati Uniti dagli immigrati irlandesi. Halloween nasce in Irlanda nell’alto medioevo, in un’epoca in cui, teoricamente, nessuno festeggiava più Samhain. Se il 2 Novembre è dedicato ai morti in generale e il primo Novembre ai santi, il 31 ottobre fu dedicato specificatamente alle anime del purgatorio: i contadini irlandesi le onoravano esponendo rape illuminate (le zucche subentreranno poi in America, dove non si riuscivano a trovare rape delle giuste dimensioni) e tenevano simbolicamente alla larga i demoni sbattendo rumorosamente pentole e padelle.
Negli Stati Uniti si fuse con l’usanza degli immigrati francesi di inscenare una danza macabra in occasione della festa dei defunti, da qui l’esasperazione degli elementi tetri della festa.
Furono i fondamentalisti protestanti ad innescare le prime polemiche sulle origini pagane e le implicazioni occulte della festa di Halloween, ma le loro critiche erano strumentali alla loro battaglia contro i cattolici. Ironicamente i cattolici di oggi stanno importando un dibattito di matrice protestante innescato proprio in funzione anti-cattolica!
A conferma della debolezza della teoria che vede Halloween discendere da Samhain, e a rassicurare chi vede in questa festa un altro aspetto di una più vasta colonizzazione culturale che parte dagli USA, è possibile stilare una piccola lista di antiche feste tradizionali italiane praticamente identiche ad Halloween.
La tradizione del “Coccalu di muortu” di Serra San Bruno (Calabria) vede i ragazzini del paese girare per le vie con una zucca intagliata ad imitare un teschio (il “Coccalu di muortu”, appunto) e bussare alle porte delle case chiedendo un piccolo obolo. A Orsara di Puglia nella notte tra il primo e il 2 novembre si accendono dei falò per illuminare la strada ai defunti che per l’occasione tornerebbero a far visita ai vivi, nel primo giorno di questa celebrazione si tiene la tradizionale gara delle zucche decorate, le “cocce priatorje” (teste del purgatorio).
Anche in Friuli e Veneto era usanza di intagliare zucche a forma di teschio e si credeva che nella notte dei morti gli spiriti potessero irretire i bambini, in Friuli poi ritroviamo perfino un’usanza affine a quella del Trick-or-treat (dolcetto o scherzetto) di Halloween, ma associata alla feste natalizie o carnevalesche: i bambini si travestivano da mostri e, recitando filastrocche, chiedevano dolci in cambio dell’accesso al Paradiso.
Anche in Sardegna è diffusa con molti nomi diversi a seconda dell’areale (“Is animeddas”, “Is Panixeddas”, “Su Prugadoriu”, “Su mortu mortu”, “Sas animas”, “Su Peti Cocone”), un’antica tradizione in cui i bambini chiedono doni in nome delle anime del Purgatorio.
Sembra evidente dunque che stiamo parlando di una festa che non ci è affatto estranea e che è stata calunniata originariamente con evidenti fini ideologici. E a nulla vale dire che Halloween ha perso il suo vecchio significato perché potremmo denunciare una crisi simili anche per il Natale, vissuto sempre di più in maniera secolare e consumistica.
Per quanto riguarda le sue implicazioni occulte, teniamo presente che tradizionalmente la notte del 31 non ha rivestito mai alcuna importanza nel mondo dell’occulto, con l’isolata eccezione di Aleister Crowley, e solo in tempi più recenti è diventata rilevante per piccolissimi ed effimeri gruppi amatoriali di satanisti, che hanno attinto pure loro dalla pubblicistica protestante, o da movimenti neopagani (che cristiani non sono, ma nemmeno adoratori del demonio strictu sensu). L’elevata incidenza di pratiche occulte e profanazioni resta tutta da dimostrare, ma in ogni caso il problema non si pone: è la festa che è sbagliata o le pratiche che alcuni vi associano? Attenzione a portare avanti battaglie che potrebbero ritorcersi contro chi le impugna: anche in occasione del Santo Natale fioriscono eventi ed iniziative blasfeme ad opera di gruppi più o meno estesi di anticlericali. Ricordiamo pure che una delle icone che più ci è familiare della festa dell’Epifania è una strega che cavalca una scopa. Se i cattolici intraprendono questa strada, i loro nemici potrebbero decidere scientemente di contaminare le feste cattoliche con pratiche inaccettabili, al solo scopo di ridurre la partecipazione gioiosa dei credenti alle loro tradizioni.
A parere di chi scrive la riappropriazione della festa di Halloween potrebbe avere diverse ripercussioni positive: ridurrebbe la componente eversiva e fascinosa della festa, offrirebbe un’occasione in più di catechesi, estenderebbe l’influenza del pensiero cristiano oltre gli ambiti in cui è attualmente confinato.
Storia delle Idee
Fotografia di Danielle Scott